3 DAYS OF DESIGN
09/2021
all
design
exhibitions
3 DAYS OF DESIGN
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Dopo quasi due anni di pausa dalle manifestazioni che ogni anno dettano il calendario del design è stato stimolante tornare ad incontrare realtà consolidate ed emergenti che hanno qualcosa da dire.

Da Milano a Copenhagen, per raccontare l’edizione 2021 di 3 days of design.

Avevo bisogno di tornare a esplorare e toccare con mano quello che il settore sta indagando, cercando delle tracce in grado di dettare una direzione.

Cerco di andare oltre il “cosa ho visto” perché di articoli ben fatti a riguardo ce ne sono molti in giro e io non sono brava a fare un’analisi analitica, istintivamente provo ad allargare lo sguardo e a leggere tra le righe.

È una lettura personale dell'oggi e ricapitola in dieci punti quello che abbiamo visto - soprattuto a Copenhagen - e che credo possa essere una traccia di quello che arriverà:

1. COLLABORAZIONI

2. MEMORY MAKER

3. MY OWN SPACE

4. LIFESTYLE

5. ESTETICA

6. ARREDI

7. AMBIENTI

8. EXHIBITION DESIGN

9. FUTURE FOCUSED

10. MOST SEEN

1. COLLABORAZIONI

Le collaborazioni tra realtà diverse - brand, designer, creativi con background variegati - promuovono un approccio aperto, inclusivo, contemporaneo.

Un esempio? Da Studio X abbiamo visto convivere Magniberg, E15, valerie_objects, Vaarnii, Nina Nørgaard, Marimekko, Spacon & x, Kiosken på Odden.

Un altro meccanismo vincente è quello che associa i brand ai designer: la selezione viene fatta per la loro progettualità o per la comunicazione e sono chiamati per disegnare nuovi pezzi o per essere coinvolti in un evento o per creare un contenuto. Tutti i brand hanno utilizzato questo approccio anche perché la presenza dei designer aggiunge alle aziende uno human touchnecessario per entrare in empatia con il cliente.

Le collaborazioni ben costruite aggiungono valore, non si entra in competizione ma ci si supporta ed esalta a vicenda.

2.  MEMORY MAKER

Le presentazioni sono pensate per lasciare un ricordo: non solo l’esposizione statica di prodotti ma la costruzione di piccole o grandi esperienze che permettono a chi entra in contatto con il brand di ricordarlo anche dopo aver visto mille altri progetti e aver scattato un numero infinito di foto.

Es. eventi dalla colazione al dj set informali e coinvolgenti, brevi talk, workshop, performance, coinvolgimento di altre realtà - food, fiori, arte, riviste - che aggiungano valore.

3. MY OWN SPACE

Molti brand hanno messo in risalto i propri spazi, ampliando o proponendo nuove location stabili e non temporanee: le aziende con un’attitudine contemporanea si sono presentate con coerenza nella proposta delle collezioni, nella grafica, nella costruzione degli eventi, nella comunicazione;
anche gli established brands hanno adottato un tono di voce coinvolgente, accessibile nei modi e che invoglia la community a rivedersi nel brand. Da Menu, Hay, Vitra, Fritz Hansen gli eventi erano totalmente informali, votati all'accoglienza.

Le aziende hanno sviluppato la capacità di raccontarsi in prima persona, esaltando focus commerciali e valoriali. Ogni brand può essere un media in grado di raccontare sé stesso.
Per fare qualche esempio: Vitra, Menu, Hay, Normann Copenhagen, Tableau.

5. ESTETICA

Viene sdoganata un’estetica meno patinata, spesso imperfetta e caratterizzata da scelte materiche forti.

I formati utilizzati sono veloci, spesso video, dinamici e nella migliore delle ipotesi interattivi, che invitano alla partecipazione. Un mix perfettamente calibrato tra esperienza online e offline, perché l'una non può più esistere senza l’altra.

6. ARREDI

Le collezioni includono nuovi progetti e riedizioni, con il coinvolgimento di nomi affermati e designer emergenti perché spesso le aziende vogliono raccontare un dna solido e sperimentale, concreto e aperto al nuovo. Gli arredi hanno in comune delle caratteristiche che rispondono agli stili di vita contemporanei: sono modulari e adattabili alle case che nel tempo possono cambiare; in alcuni casi sono leggeri e dalle dimensioni contenute, anche perché il mercato dell’online cresce e la logistica delle spedizioni rimane un punto centrale per l’arredo; possono avere più funzioni, questo aspetto incentiva la vendita e in molti casi hanno ruote e pannelli mobili per essere modificati e spostati facilemnte.

7. AMBIENTI

Gli spazi scelti e narrati dai brand fotografano un momento storico in cui gli ambienti sono fluidi, dinamici, allo stesso tempo privati e collettivi. I luoghi prima di risulta come uno stanzino o anche un armadio diventano funzionali per accogliere nuove e vecchie funzioni che generano il comfort in casa. Nello spazio entra in gioco il digitale, concepito come uno strumento al servizio delle persone, per aggiungere funzioni agli spazi.

Si attinge alla logica degli spazi degli hotel e alla nautica: quello che conta non sono i metri quadri effettivi ma i quality meters e si prediligono altri fattori come la luce e l’acustica perché a recuperare centimetri utili ci pensano gli arredi.

8. EXHIBITION DESIGN

Gli allestimenti visti più riusciti giocano su spazi scelti per colpire ed emozionare: possono mettere in risalto un pensiero come da Yonobi; possono porre l'attenzione sui valori del brand come per Frama che ha collaborato con Natural Material Studio; ci può essere una chiave di lettura semplice quanto non scontata ed è quella di uno styling efficace come per Reform; possono porre l'accento sul contrasto tra elementi industriali e quelli al confine tra design e arte come per Tableau.

9. FUTURE FOCUSED

La narrativa è rivolta al domani, con un atteggiamento consapevole e concreto per un’industria creativa, attuale, inclusiva, dinamica, basata sui valori.

Le tematiche ricorrenti sono incentrate sul design che si adatta, è modulare, digitale e sempre più sostenibile.

La sostenibilità avvicina brand di ogni tipo e ognuno ha sviluppato un filone proprio, adiacente al messaggio da veicolare. Tra gli esempi: Kvadrat, frama, ferm Living, Menu.

10. MOST SEEN

In poche parole ci sono degli elementi molto concreti che ricorrono in posti diversi:

il design diventa un contenuto di rilievo per i taste makers, la casa e i luoghi vissuti come uffici, hotel e ristoranti diventano l’espressione di uno stile di vita;

arte e design convivono e i linguaggi si mescolano. Es. Tableau, Etage, Shrig Shop, Normann Copenhagen, la collabo tra Hay e Chart;

i colori dominanti sono verde, rosa, giallo, arancione, rosso e nero ma anche i toni caldi del legno e del cuoio, senza dimenticare le superfici lucide, iridescenti, technicolor;

menzione speciale per l’acciaio in ogni forma e dettaglio;

poche collezioni coordinate, vincono i pezzi singoli con un’identità forte e una storia da raccontare e l’arte sta nel saperli combinare.

Credits: simple flair, ferm living, studio x, kvadrat

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